2019 “Micromondo”, di Alberto Ghizzi Panizza

“Micromondo
fotografie di Alberto Ghizzi Panizza

 

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E’ con enorme piacere che il Circolo Fotografico “Renato Brozzi” presenta la mostra fotografica dedicata a Alberto Ghizzi Panizza,

L’idea alla base della nostra iniziativa è sempre stata quella di proporre autori in una alternanza tra fotografi affermati e giovani promesse da portare al pubblico.

L’esposizione di quest’anno vuole rendere merito ad uno dei fotografi parmigiani che più sta raccogliendo consensi negli ultimi anni,  un talento il suo, che lo sta portando a farsi apprezzare in giro per il mondo.  In questi anni ha dimostrato grande qualità fotografica e profonda sensibilità verso la natura, con sfaccettature non consuete e a pieno merito riteniamo si inserisca nella linea guida della nostra proposta culturale di questi ultimi anni e che si fonda sul principio di “La fotografia come documento”.

La mostra ha proposto al pubblico 36 stampe a colori realizzate per esaltare il mondo infinitamente piccolo che ci circonda e che testimoniano quanto sia stupefacente la natura sapendola osservare.

L’inaugurazione ufficiale avrà luogo sabato 30 novembre alle ora 16,30 alla presenza dell’autore presso il Centro Culturale “La Corte”, in via F.lli Cantini, 8 a Traversetolo (PR)

A corredo della esposizione, come nostra tradizione, è stato realizzato il Catalogo della mostra, che si inserisce nella nostra collana “Territorio” , in vendita.

 

MICROMONDO
di James Lisoni

di James Lisoni.

E’ dell’artista il fin la meraviglia, scrisse un letterato centrando, con questa definizione passata alla Storia, la filosofia di tutti i creativi: scrittori – certo – ma anche pittori, scultori, musicisti e, da ultimo, fotografi. Ultimi, della famiglia degli artisti, in quanto figli di una musa venuta al mondo recentemente, dopo una assai laboriosa gestazione tecnologica, come sappiamo, ma con un seguito di adepti già numeroso.

Fra questi artisti annoveriamo certamente Alberto, come vogliamo nel seguito chiamarlo per brevità: guardando le sue opere, infatti, difficilmente potremo restare impassibili. Più probabilmente avvertiremo una crescente meraviglia e l’emozione per la possibilità di scoprire, tramite le sue fotografie, aspetti a tratti sorprendenti o forse insospettati del nostro mondo. Ci troviamo al cospetto di un Artista poliedrico, capace di operare in ambiti molto diversi, come è ampiamente illustrato dalla formidabile galleria fotografica che possiamo ritrovare sul sito web del medesimo (albertoghizzipanizza.com), in una dimensione amplificata dalla modestia con cui ci presenta il frutto del suo lavoro; con due sole parole:

passione fotografica.

Nell’opera di Alberto troviamo immagini capaci di stupire, ammaliare, affascinare; stordire nella pur lieve ma irresistibile vertigine di un sublime che, molto spesso, risulta talmente esplosivo, inatteso e dirompente da lasciare senza parole: quasi da far trattenere il respiro, nel timore di turbare istanti a volte così singolari e delicati che solo esplorandoli con prudente curiosità potremo apprezzarne la vista e fissarli nella nostra memoria. Leggendo la sua biografia, inoltre, possiamo renderci conto dei molti attestati di stima che gli sono stati attribuiti a riconoscimento della sua professionalità, nonché della messe rilevante di premi ottenuti a testimonianza dell’indiscutibile valore artistico del suo lavoro.

La mostra fotografica e questo testo che la commenta sono però solo una parte limitata delle opere di Alberto, un florilegio di scatti appartenenti alla serie delle macrofotografie. Queste sono immagini ingrandite di soggetti molto piccoli, per poterne apprezzare i dettagli più minuti, particolari che ad occhio nudo non potremmo vedere. E’ una finestra aperta su un mondo nuovo e sconosciuto, spesso inaspettato e sorprendente. Limitiamoci per ora a seguire Alberto in questo percorso, cercando di condividere il momento creativo fissato nelle singole immagini e lo spirito, l’emozione sovente scossa dalla sorpresa che le accomuna.

… ho viste cose che voi umani non potete neanche immaginarvi… dichiarava il replicante in un famoso film: la stessa cosa sembra dirci il nostro Artista, esponendo qui una serie di scatti perfino incredibili, o anche per certi aspetti imbarazzanti, perché ci sentiamo proiettati fuori dalla nostra dimensione consueta, in un mondo sconosciuto e, quindi, da avvicinare con istintiva circospezione. Ciò nonostante siamo trascinati dalla curiosità e dalla insospettata bellezza delle inquadrature che sono qui riprodotte, stimolando la nostra sensibilità a confrontarsi con una espressività nuova, quella che Alberto ci presenta col garbo educato di un Maestro della fotografia, di una guida esperta che ci accompagna alla scoperta di un altro universo.

Ecco le due lumachine della foto in copertina – inesorabilmente lente – che si misurano con la fuggente istantaneità di una goccia d’acqua che precipita al centro di una scena prodiga di simmetrie: sia biologiche, dei due animaletti e dei fiori dai cui petali stanno sporgendosi, che fisiche, dell’onda che si forma all’impatto e del riflesso sull’acqua della goccia di rimbalzo. In molte fotografie di Alberto troviamo questo elemento ricorrente, la ricerca di corrispondenze, di bilanciamenti ed equilibri compositivi che attenuino la eventuale percezione di estraneità dell’osservatore a quella dimensione o a quella inaccessibile scansione temporale.

Poi, ripresa ancora più da vicino, ma similmente simmetrica, vediamo l’istantanea della ragnatela e del suo autore, il ragnetto, riflessi sull’acqua fra due isolette ai lati della scena. Affermiamo qui, a proposito dell’abilità dell’Artista e per inciso, che della competenza professionale scientifica e tecnica di Alberto non occorre dire nulla, tale ne è l’evidenza illustrata dalle sue opere.

Vediamo successivamente, a un ingrandimento estremo, lo scatto intitolato ghiaccio rosso. A parte la perizia indispensabile per realizzare questa fotografia e alla sensibilità necessaria per crearla progettarla e pre-vederla, cioè la capacità di immaginare in anticipo l’esito di una combinazione di svariati elementi compositivi, va valutata e sottolineata la trasposizione, nella pratica operativa, della passione fotografica di Alberto. Possiamo immaginare come il Nostro si sia attivato in ore antelucane di una gelida mattina padana, per poter cogliere quel preciso attimo in cui i primi raggi del sole scongelano una goccia di rugiada, al cui interno si scorge l’immagine di una rosa posta nello sfondo. Una preparazione perciò nell’insieme notevole, per una foto alla fine straordinaria.

Altre ‘macro’ ci mostrano ancora incantevoli brine su ragnatele o fili d’erba, gocce d’acqua al cui interno si replicano i fiori o le foglie dello sfondo, che nell’insieme arricchiscono questa singolare galleria di ‘nature vive’, dove alla componente vegetale si alterna sovente quella animale nella veste di protagonista. Queste creature sono spesso riprese frontalmente, mentre stanno guardandoci, a loro volta incuriosite, forse, dall’insolito e perciò – per loro – bizzarro nostro interesse per la di esse quotidianità.

Mentre nei singoli primi piani degli insetti prevale l’indagine del dettaglio anatomico, nelle scene con più protagonisti le circostanze vengono spesso interpretate come ricerca cromatica e compositiva, cioè intese a focalizzare l’attenzione più sulla particolarità della situazione che non sui singoli protagonisti, favorendo in questo modo la nostra propensione a interpretare personalmente il momento, a far nostra la sua eccezionalità. Notiamo che Alberto evita i facili espedienti, come l’uso del bianco e nero o certi effetti speciali, anzi: il caleidoscopio dei colori, sebbene naturali, risulta spesso perfino rutilante, soprasaturo ai limiti della mera fastosità cromatica. Ma è questo il mondo della macrofotografia che Alberto sa illustrare con raffinata sensibilità e regalarci con una quasi religiosa attenzione e devozione.

Infine troviamo gli scatti più metafisici, trasognati; di quintessenziale sobrietà e intenso sentire. Il frutto e la somma di tutte le precedenti esperienze, riprese e rielaborate fino alla distillazione finale più limpida. Ammiriamo i fili d’erba, esempi fotografici di un puro mondo Zen, testimoni di una religiosità immanente e fatale, ispirata. La Mantide al chiaro di luna, ah! i sogni della Mantide, e ancora quella pittrice, e quelle attratte dalla luce delle stelle. Notti pulsanti di vita, che si dipana senza soluzione di continuità fino al risveglio, all’alba, quando tutto rivede la luce, ritorna il calore del sole, di nuovo i colori. Sono poesie scritte nel linguaggio della macrofotografia. Che emozione, che bellezza, che meraviglia!

Oltre all’aspetto artistico, alla capacità cioè di venire coinvolti emotivamente da un’opera, su cui abbiamo soffermato fin qui l’attenzione, c’è la possibilità di valutare un lavoro anche per altre sue valenze: trattando di fotografia, ad esempio, siamo consapevoli dello straordinario contributo che essa ha dato alle scienze. Un’istantanea ha anche il potere di fornire una descrizione, a diversi livelli di obiettività, oltre che di fenomeni scientifici, di avvenimenti, di realtà sociali o di altri valori umani, figurativi e astratti. Il lavoro di Alberto potrebbe, quindi, essere visto sotto diverse luci, da svariati punti di vista, tutti certamente interessanti. Non ultimo la dialettica con cui si dipana la sequenza espositiva: partendo da situazioni ambientate e familiari, dove i protagonisti delle scene sono contestualizzati nell’ambiente circostante, crescendo dalla notte al giorno, arriva ad ambientazioni inaspettate e ironiche, nelle quali gli insetti assumono atteggiamenti apotropaici e umanizzanti, per infine sbarcare alle scene oniriche e trascendentali nelle quali il protagonista non è più l’insetto bensì la goccia di acqua che disegna scenari cosmici, a citazione di quel “macrocosmo” panizzano che tanto ha contribuito alla fama internazionale dell’autore, celebrato nell’altro genere caro ad Alberto, quello della fotografia astronomica.

Ci troviamo evidentemente di fronte ad un lavoro molto curato ed assolutamente convincente, ad un Artista che dimostra indubbiamente una fertile creatività, supportata – bisogna ribadire – da una straordinaria conoscenza scientifica e tecnica dei mezzi utilizzati, il ché gli consente di volare alto, ovvero di immaginare prima, e concretizzare poi, scatti di grande complessità realizzativa. La capacità di superare difficoltà estreme colloca Alberto fra i pionieri della ricerca tecnologica in ambito fotografico: stiamo perciò parlando di un Autore di grande spessore, sia che valutiamo i sui lavori come strumento di indagine che come linguaggio espressivo. Per il Circolo Fotografico Brozzi è un privilegio avere ospite Alberto, reputato fra i maggiori Artisti fotografi del nostro Paese, e un piacere poter offrire un segno del nostro apprezzamento, allestendone la mostra. Desideriamo contribuire alla crescita culturale del territorio proponendo rassegne fotografiche di riconosciuto valore, dando la possibilità di conoscere ed apprezzare Artisti come Alberto Ghizzi Panizza anche ad eventuali ignari visitatori, ai quali si disvelerà – suscitando per certo sorpresa e meraviglia, nuove emozioni – il magico fascino di un minuscolo delicato fiabesco raffinato e vivace universo di fiori ed insetti ritratti fra acque e stelle: dei suoi meravigliosi Micromondi.

Biografia dell’autore

Alberto Ghizzi Panizza, fotografo professionista, testimonial Nikon Europa, Nikon School Master ed ESO Photo Ambassador, è nato a Parma nel 1975. Ha ereditato la vena artistica dal nonno pittore naives. Fin da bambino disegna, dipinge e mostra spiccato interesse per la fotografia. Grandissimo appassionato di tecnologia e computer è un precursore della fotografia digitale. Comincia infatti ad utilizzarla assiduamente già dal 1998 con una fotocamera da 0,06 megapixel credendo nell’enorme potenziale di questa tecnologia. Quello che nasce come un semplice hobby cresce negli anni successivi diventando un punto cardine della sua vita.
Ha ricevuto più di quaranta premi nazionali ed internazionali; riconosciuto come uno dei migliori fotografi italiani realizza corsi e workshop sia collettivi che individuali. Docente per la Nikon School e per Digital Camera School, collabora con svariate agenzie fotografiche internazionali pubblicando su numerose testate sia cartacee che per il web.
Ama particolarmente la natura e gli animali in tutte le loro forme ed è alla costante ricerca della bellezza del mondo che ci circonda, trovando in esso la sua principale fonte di ispirazione.
Tra le mostre più interessanti, nella cinquantina svolte, si ricordano quella realizzata negli Emirati Arabi e a Zurigo nel 2016, a Parma per il Verdi Festival nel 2015, a Chiaverano per il Wild Art Festival nel 2014.
Dal 2015 entra a far parte dei docenti della Nikon School e collabora con Nital e Nikon Europa.
Nella primavera 2015 una sua macro ottiene la copertina della rivista a tiratura europea Nikon Pro.
Tra il 2015 ed il 2016 realizza un reportage per Nikon ed ESO agli osservatori Cileni testando la nuova fotocamera Nikon D810A. Le stesse immagini vengono utilizzate ad EXPO Milano 2015 nel padiglione del Cile.
Nel 2017 vince il primo posto come fotografo dell’anno al Not Indoor Photographer of the year.
Sempre nel 2017 viene nominato ESO Photo Ambassador dall’Organizzazione Europea per la Ricerca Astronomica nell’Emisfero Sud.

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